Google Arts & Culture

Google Arts & Culture è una raccolta online di immagini in alta risoluzione di opere d’arte esposte in vari musei in tutto il mondo, oltre che una visita virtuale delle gallerie in cui esse sono esposte. La visita virtuale permette di vedere le opere in alta definizione. E’ un museo digitale in cui è possibile visitare virtualmente mostre, collezioni e luoghi d’interesse storico situati in tutto il globo.  Stando comodamente in casa o in aula è possibile passeggiare fra i corridoi del MoMa, poi spostarsi al Taj Mahal per ammirarne le cupole dall’alto, e infine studiare nel dettaglio le pennellate della Notte stellata di Van Gogh, così da vicino da poter intravedere la grana della tela sotto la vernice.

Il progetto è stato lanciato il 1º febbraio 2011 da Google, ed include opere presenti presso la Tate Gallery di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, gli Uffizi di Firenze e i Musei capitolini di Roma.

La caratteristica dell’esplorazione dei musei utilizza la stessa tecnologia utilizzata dal progetto Street View, sempre di Google. A partire dal 2016 per la digitalizzazione delle immagini è stato ideata una speciale macchina fotografica robotizzata, chiamata Art Camera, che permette di effettuare riprese fotografiche con una risoluzione di 7 gigapixel (7 miliardi di pixel).

Entrare a far parte della piattaforma funziona così: si richiede innanzitutto l’iscrizione al Google Cultural Institute, associazione no-profit. Compilando un form si dà inizio a una procedura di contratto che termina con l’adesione al progetto. A questo punto l’impresa culturale ha il suo spazio virtuale, da personalizzare con contenuti testuali e visivi.

Le modalità di upload e organizzazione dei contenuti sulla piattaforma sono diverse. Ecco le principali:

  • Singole immagini, come foto di interni o digitalizzazioni di opere d’arte. Qualunque elemento caricato può essere cercato, salvato e condiviso sui social dagli utenti di Google Arts & Culture. Con lo stesso principio si possono pubblicare file video.
  • Collezioni online. Le istituzioni culturali (come un museo, ad esempio) hanno la possibilità di raggruppare le opere in collezioni consultabili dagli utenti. Sfogliare uno di questi album è quasi come muoversi fra le stanze di un’esposizione.
  • Storie. Forse lo strumento più interessante di Google Arte e Cultura. Più di un editoriale, più di un catalogo digitale, le storie permettono di organizzare le opere d’arte secondo criteri tematici intervallandole a didascalie, spiegazioni, curiosità.
    Un esempio interessante è quello della GAM di Torino, la Galleria Civica di arte moderna e contemporanea: fra le suddivisioni per corrente artistica e periodo storico spiccano raccolte come “La GAM a colori”, che raggruppa i quadri esposti per cromie e spiega il significato dei colori nell’arte.
    Ma si possono usare le storie anche alla maniera degli Uffizi, cioè in verticale: ne “La Maestà di Santa Trinità Cimabue” si studia una singola opera da vicino, zoomando di volta in volta su un particolare diverso spiegato da un’accurata didascalia.

Attraverso gli strumenti di Google arts & culture, quindi, si può raccontare un’impresa culturale a 360°, trasformando l’esperienza dell’utente in un’immersione coinvolgente e interattiva (da https://www.culturaedigitale.it/magazine/google-arts-culture-cos-e-e-cosa-offre-alle-istituzioni-culturali/#cos-e-google-arte-e-cultura).

Esempio di una personale galleria di Claude MonetLo stagno delle nifee

https://artsandculture.google.com/favorite/group/pwKiyRdhodQtIA

 

video tutorial a cura di Ross Bresler